In questo articolo scoprirai quello che nessuno ti ha mai detto sulla riabilitazione e sulla fine della fisioterapia.
Sì, lo so che ti stai chiedendo cosa vuol dire. Dammi fiducia e non te ne pentirai.
Hai frenato la carrozzina?
Iniziamo!
Più ti impegni e più ottieni: la fine di un luogo comune
Maggio 2013.
Era un caldo pomeriggio e stringevo forte le mani sulle ginocchia. Guardavo davanti a me l’orologio bianco con le lancette nere. Il solito orologio.
Ma gli ospedali acquistano tutti lo stesso tipo?
La porta gialla mi aspettava. Era l’ennesima visita medica.
Ed erano trascorsi quattro anni. Quattro lunghissimi anni.
Questa volta, però, ero impaziente di fare una domanda.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Lo sai, tutto dipende da te. Più ti impegni e più hai possibilità di recuperare.
Sorriso, cenno con la testa e via verso il prossimo esercizio fisico.
Ho ricevuto tanto incoraggiamento negli anni in diversi momenti del percorso di riabilitazione.
Ed io ce l’ho messa davvero tutta. Mi sono impegnata con totale dedizione verso il mio corpo.
Poi però qualcosa è cambiato.
All’esterno tutto era identico: la fisioterapia, le visite mediche, gli esercizi a casa.
Dentro di me, invece, si faceva strada un’inquietudine.
Un attrito che lasciava un timido spazio alla nascita di alcune domande.
Domande che tenevo strette e protette da ascoltatori indiscreti.
Ma un giorno di aprile del 2013 le ho trasformate in una certezza.
E ho scelto mio padre come destinatario privilegiato.
Non ce la faccio più, papà. La testa non mi segue più. Voglio smettere di fare fisioterapia.
Pausa.
Quello che c’è dietro la fine della fisioterapia
Si riesce a comprendere il limite nel momento in cui lo si avverte o nel caso peggiore (o migliore, dipende dalla prospettiva) lo si supera.
Ed io lo avevo superato andando completamente in burn-out.
Allo stesso tempo, però, avevo iniziato ad avere pensieri costruttivi.
Pensieri che mi facevano assaporare la vita che volevo vivere.
E una voce dentro di me si faceva sempre più forte.
Volevo smettere di fare fisioterapia ambulatoriale e dedicarmi ad altro.
Avrebbe significato rinunciare a stare meglio? Avrei vanificato tutto il lavoro fatto finora?
Tante domande e nessuna certezza.
Ho trascorso quegli anni in cui la priorità era svolgere sessioni di fisioterapia intense.
D’altronde l’obiettivo era raggiungere la massima autonomia e recuperare quanto più possibile.
Ma la realtà è ben diversa dalle parole.
E mentre tutti mi dicevano di fare, io mi chiedevo cos’altro potevo fare.
Mentre tutti mi dicevano che tutto dipendeva da me, io mi chiedevo cosa volessi davvero che dipendesse da me.
E questi pensieri stavano trovando la loro strada.
In quel pomeriggio di maggio, durante quella visita medica, una semplice domanda ha cambiato il corso delle cose.
Lascia che ti racconti meglio.
La fine della fisioterapia e il potere di una domanda
Fermati.
A volte è difficile dare importanza ad altro nella frenesia dei percorsi riabilitativi.
Non intendo molla tutto e non fare niente.
La riabilitazione, in fondo, è un processo complesso che riguarda la persona a 360°.
Nella mia esperienza non finisce mai.
Eppure, mi dirai, ho dichiarato nel titolo che la fine della fisioterapia esiste.
E la domanda di cui parlavi poco fa?
Aspetta, ci arrivo fra un attimo.
Lo ricordo come se fosse oggi.
Poco prima di quella visita, mi era stato proposto di fare un lungo training ancora una volta lontano da casa e con un nuovo strumento tecnologico.
Wow, fantastico!
Quando vivi una difficoltà, cerchi soluzioni a destra e sinistra per poter trovare nuovi benefici, non è vero?
Quindi, cosa dovevo fare? Qual era la cosa giusta?
Le domande si mescolavano nella mia testa ed alcune risposte iniziavano ad emergere. In quel periodo, infatti, stavo pensando di prendere la patente speciale.
Stavo pensando di ricostruire la mia vita.
E quel caldo pomeriggio di maggio, in quell’ambulatorio senza finestre al seminterrato dell’ospedale, la mia domanda così semplice ma così potente aveva trovato la luce:
questa esperienza aumenterà davvero la mia autonomia?
Silenzio.
La dottoressa aveva capito subito la prospettiva con cui glielo stavo chiedendo.
Ed è stato l’unico medico, tra i tanti che ho incontrato in tutti questi anni, a comprendermi davvero.
A mettersi nei panni altrui non sono tutti capaci. Credo tu sia d’accordo con me.
E da tutto questo ho imparato una grande lezione che voglio condividerti:
a volte la vera riabilitazione inizia con un passo indietro che vuol dire fare due passi avanti.
Lascia che ti spieghi meglio.
La riabilitazione più importante alla fine della fisioterapia
Non so cosa stai vivendo e che situazione stai affrontando.
So, però, che ogni consapevolezza ha bisogno di tempo e che ognuno è diverso.
Ma credo fortemente nel potere della condivisione.
Non ho la verità in tasca. Ho la mia verità, che deriva dall’esperienza che ho vissuto.
La riabilitazione più importante non è stata dentro una stanza o un centro di riabilitazione.
È avvenuta con lo sguardo verso un’orizzonte lontano. E con una decisione interiore.
Quella decisione che ha cambiato tutto.
Dopo 4 anni in cui tutto il focus della mia vita era sulla salute, ho sperimentato una nuova fase.
Sì, nel maggio 2013 ho stabilito la data della fine della fisioterapia lasciando l’ambulatoriale.
Ci tengo a dire, per evitare fraintendimenti, che da quel giorno non ho mai dimenticato di prendermi cura del mio corpo.
Non ho fatto più fisioterapia ambulatoriale con costanza, ma ho avuto e ho tuttora un fisioterapista di fiducia. E sono seguita dalla mia fisiatra.
Ho il mio kit casalingo di ginnastica e vado a nuotare in piscina due volte alla settimana.
Ma la vera riabilitazione è altrove.
È arrivata nel momento in cui ho iniziato buttarmi nella mischia, a ricostruirmi nella società.
Nel momento in cui ho riflettuto sulla direzione che volevo prendere, trovando soluzioni per perseguirla.
In quell’anno, infatti, ho ripreso in mano i libri e iniziato a studiare per affrontare il test di ammissione al corso di laurea in Educazione Professionale della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
E per la prima volta, dopo 4 anni, mi sentivo così perfettamente al posto giusto e al momento giusto.
Non mi interessava più cosa dicevano gli altri. La mia vita era (ed è) una mia responsabilità.
Il resto sono esperienze che ho vissuto.
E a distanza di 9 anni da quella decisione, posso dire che è la stata una tra le scelte migliori che potessi fare per la mia vita.
La fine della fisioterapia: esistono consigli?
Arrivati a questo punto non voglio convincerti ad abbandonare il tuo percorso di fisioterapia.
Dire fine della fisioterapia ha un altro significato, come avrai compreso.
Questo articolo aveva lo scopo di mostrarti una delle tante verità dietro interminabili percorsi di riabilitazione.
Quelle verità profonde che sfuggono di fronte alla frenesia.
E ho voluto scrivere la mia perché comprendo quanto a volte sia difficile accettare quello che non si può cambiare.
E conosco il valore di conoscere l’esperienza di chi ci è passato prima.
D’altronde, è il motivo per cui è nato questo blog.
Ti lascio, quindi, con una frase che mi accompagna da sempre.
Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.
Confucio
Bene, siamo arrivati alla fine di questo articolo. Mi auguro tu possa trovare il percorso di riabilitazione migliore per te e l’equilibrio per ricercare la tua strada in questa vita .
Se ti va, raccontami la tua storia scrivendomi una mail. Leggo e rispondo sempre molto volentieri.
Un abbraccio,
Francesca